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Ma verrà un giorno che tutte quante... - Bertesseno

ven 02 ago

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Teatro di Bertesseno

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Orario & Sede

02 ago 2024, 20:45

Teatro di Bertesseno, Frazione Bertesseno, 10070 Bertesseno TO, Italia

Info sull'evento

Ma verrà un giorno che tutte quante...

Storie di donne nella Resistenza piemontese

Uno spettacolo di e con Manuela Marascio, in collaborazione con ANPI - Sezione “Nicola Grosa”

Nella Resistenza la donna fu presente ovunque: sul campo di battaglia come sul luogo di lavoro, nel chiuso della prigione come nella piazza o nell’intimità della casa. Non vi fu attività, lotta, organizzazione, collaborazione a cui ella non partecipasse: come una spola in continuo

movimento costruiva e teneva insieme, muovendo instancabile, il tessuto sotterraneo della guerra partigiana. (Ada Gobetti)

Trasportavano cartucce ed esplosivi nella biancheria, nascondevano volantini di propagande sul fondo delle borse della spesa, percorrevano chilometri in sella a una bicicletta o a piedi, affondando nel fango o nella neve, coraggiosamente animate da un implacabile bisogno di libertà. Alcune imbracciarono le armi, altre furono arrestate, torturate, violentate. Molte rimasero sole. Ma tutte - tutte - contribuirono a rendere la Resistenza una guerra “totale”, dove la donna, per la prima volta, trasgrediva le regole imposte da un sistema precostituito, ricopriva ruoli-chiave nella lotta antifascista e, conscia di tutti i rischi, diventava protagonista della Storia, distinguendosi per i

modi e le qualità della sua partecipazione attiva.

Lo spettacolo, ispirandosi alle biografie e alle testimonianze di figure femminili di primo piano nella guerra partigiana piemontese, si propone di dare voce e corpo alla delicatezza e alla forza di quell’universo femminile fiorito sulle macerie del triennio ’43-’45. La donna che oggi le ricorda, assumendone in sé le storie, è l’erede di un travagliato percorso di affermazione di qualità sempre meno scontate: la facoltà di scegliere per il proprio destino, la dignità di un corpo pronto a morire dopo aver dato la vita, il rifiuto di abbassare la testa e la spavalderia di ogni “no” urlato contro feroci ingiustizie. La militanza precoce di Bianca Guidetti Serra e l’impegno antifascista di Ada Gobetti, vedova di Piero, per l’emancipazione femminile forniranno la sostanza ideologica e intellettuale al racconto; la memoria vivida di Giulia Minetti, staffetta partigiana venuta a mancare a un anno dal suo centesimo compleanno, risuonerà nella rievocazione delle sue traversate da Mirafiori a Grugliasco, per portare cibo e dispacci noncurante dei pericoli; e le atroci grida di dolore, vergogna e umiliazione delle figlie, sorelle, mogli e madri, seviziate per un nome, romperanno il muro di silenzio per trovare pace e riposo nel giaciglio della libertà raggiunta.

Protagonisti della scena, accatastati sopra un praticabile girevole che vuole ricordare il carretto di Madre Courage di Brecht, pochi ma essenziali oggetti - ruote di bicicletta, un libro, un paiolo - che queste donne hanno impugnato come strumenti di lotta, guidate da un istinto ancestrale più potente di qualsiasi paura. Storia al femminile che abbracciano tutti, uomini e donne, ancora oggi, e che si ergono quali piedistalli incrollabili di una società più equa.

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